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Letizia
Ponte del Diavolo e le antiche miniere

Un avventuroso canyoning che attraversa il bosco per portarti nel cuore della Sorna e alla scoperta di antiche miniere, ponti sospesi, grotte fiabesche, gole scavate e modellate dall’acqua.

Il cosiddetto ponte del diavolo, o “Pont del diaol” con un tocco di folklore, si trova sulla parte settentrionale del gruppo del Monte Baldo, in un percorso ad anello raggiungibile da Cornè o da Cazzano, un percorso attraverso la Valle del torrente Sorna.

Ci troviamo a pochi chilometri da Rovereto sulla parte settentrionale del gruppo del Monte Baldo, sul lato della Val Lagarina. Tanto ripido e scosceso è il versante benacense a picco sul lago di Garda, quanto dolce e più degradante è il lato orientale verso la valle dell’Adige.

Le sorprese della passeggiata

Il punto di partenza si chiama località Zambraé e si trova poco prima del borgo di Cornè. Si parcheggia lungo la strada e si imbocca il sentiero dolcemente coronato da muretti a secco, alberi di ciliegio in fiore e qualche vite. Un ciottolato di pietra calcarea ricopre come un tappeto fino al “Pont del diaol”. L’orrido e il ponte, nonostante la giornata cristallina, richiamano una strana aurea magica. Facile capire il perché la tradizione popolare voglia che il ponte sia stato costruito dal diavolo stesso in persona. Cosa molto carina da osservare sono anche ruderi di vecchi mulini, un ponte naturale costituito da un grande masso, forse caduto tanti anni addietro, sul torrente Lodron , chiamato “Pont de prea zonta”. Si tratta di un’enorme masso caduto sul greto del torrente in tempi lontani. Il ponte fu costruito in pietra ad arco a tutto sesto verso la metà del 1600, è lungo 13 metri e largo 4.

Il Ponte del Diavolo ha da sempre suscitato negli abitanti del territorio un sentimento sublime, di ammirazione e attrazione, e al tempo stesso di inquietudine, per il fatto che si trova in una zona di forra ombrosa.  Per queste caratteristiche, che gli danno un’aria mistica e affascinante. Oltre alla forra,s ulla strada è possibile ammirare delle miniere di lignite, a cui si accede scendendo più di cento gradoni di legno, addentandosi in un folto bosco di alberi verdeggianti e rami che si intrecciano fitti a cercare di nascondere il cielo.

Monte baldo

La zona del Monte Baldo è conosciuta per la sua ricca biodiversità. La varietà di piante e fiori presenti è notevole, e la montagna è spesso chiamata "Giardino d'Europa" per la sua flora unica. é facilmente accessibile sia dalla parte trentina che da quella veneta del lago di Garda. Diverse funivie e strade panoramiche consentono ai visitatori di raggiungere le cime e godere di spettacolari panorami.

Curiosità e attività sul monte baldo

Sulla cima del monte si trova il Telegrafo del Monte Baldo, una struttura in pietra costruita nel XIX secolo. Era parte di una rete di telegrafi ottici utilizzati per comunicare rapidamente tra le stazioni telegrafiche in caso di emergenza. Per gli appassionati di grotte e gallerie, nel sottosuolo del Monte Baldo ne incontrerete di diverse, alcune delle quali sono state utilizzate durante la prima guerra mondiale come rifugi e postazioni militari. L'esplorazione di queste grotte può essere un'esperienza affascinante per coloro che sono interessati alla storia e all'avventura.

E per chi ha la passione per l’astronomia, la posizione elevata e l'assenza di inquinamento luminoso rendono il Monte Baldo un luogo ideale per l'osservazione astronomica. L'osservatorio astronomico di Novezza, situato sul versante veronese, organizza eventi e attività di osservazione delle stelle.

Equipaggiarsi per l’escursione

Questo percorso è abbastanza semplice e ben segnato, adatto quindi a tutti, anche famiglie e persone accompagnate da animali domestici (sempre con le attenzioni del caso). È lungo circa quattro chilometri e ha una durata complessiva di circa un paio di ore.

Il terreno potrebbe essere scivoloso in caso di pioggia o temperature particolarmente basse, la stagione migliore in cui incamminarsi è quella autunnale.

Per addentrarsi nelle grotte bisogna essere ben equipaggiati, con abbigliamento e scarpe consone e torce, ma sempre meglio non avventurarsi da soli soprattutto se si è alle prime armi. Con la montagna la prudenza prima di tutto!

Cose da sapere

Il dislivello del percorso da Cornè è di 140 metri con una quota massima di 470 metri, mentre il dislivello partendo da Cazzano è di 230 metri con una quota massima di 560 metri.